Percorso Storico Monumentale
Virtual tour
Il Progetto Percorso Storico Monumentale, ideato e promosso dalla Prof.ssa Chiara Fiorucci, Vicepreside dell’Istituto, è stato realizzato grazie alla collaborazione del Prof. Andrea Talevi, responsabile del Progetto e di diversi docenti dell’Istituto tra cui la prof.ssa Catia Brunelli che ha elaborato l’UDA di seguito riportata con le classi 5AP, 5BP, 5CP e 5DP a.s. 2019-20, la Prof.ssa Guendalina Blasi ed il Prof. Federico Sartini per la parte degli alberi monumentali e del Bosco di Villa Caprile, con la classe 3EP a.s. 2019-20, ed infine il Prof. Alessandro Fabbri per i rilievi topografici dei Bunker. Fondamentale la collaborazione con l‘Associazione di ricerche belliche 360° di Walter Cortesi, con l’Arch. Roberta Martufi, profonda conoscitrice di Villa Caprile e della sua storia, con Leonardo Mattioli, fotografo del Resto del Carlino di Pesaro, che ha messo a nostra completa disposizione il suo repertorio fotografico storico.
Si ringrazia Gastone Mazzanti, che ha omaggiato gli studenti di classe quinta a.s. 2015/16 del suo libro di centocinquanta pagine, in gran parte fotografiche, “La guerra… una follia!- Pesaro sotto attacco dal cielo, dal mare, da terra 1939/1945”, un altro volume di Gastone Mazzanti che alcuni anni fa aveva pubblicato “La guera? ‘na gran brutta bestia” e che ha tenuto una giornata di lezione sull’argomento ai nostri studenti, così come hanno fatto in questi anni altri testimoni del tempo, tra cui Ettore Franca, Livio Bocchini ed Amleto Sartini, ex allievi ed ex docenti dell’Istituto.
Si ringrazia Davide Leva dell’Azienda Agricole De Leyva, il nostro “vicino di bunker” per aver permesso ai nostri studenti di visitare isuoi bunker e alla sua azienda Agraria, per un connubio perfetto tra storia ed agronomia.
Si ringrazia l’Arch. Roberta Martufi che ha ispirato il progetto stesso.
Percorso Storico-Monumentale
L'album delle foto sui bunker di Villa Caprile
Le Formazioni Vegetali Monumentali di Villa Caprile che fanno parte del Percorso Storico-Monumetale.
Le schede botaniche di seguito riportate, e le ricerche sui bunker e la linea gotica, sono state realizzate dagli studenti della classe 3 E del Corso Tecnico a.s.2019-2020.
Tra i requisiti che vengono presi in considerazione per definire monumentale un albero vi sono:
- dimensioni: la pianta deve avere dimensioni molto grandi per la specie oppure maggiori rispetto agli altri individui della stessa specie presenti nell’area esaminata;
- longevità: in qualche caso, piante vecchissime possono non raggiungere dimensioni eccezionali; se si riesce a sapere o capire che una pianta è molto longeva, essa va considerata monumentale;
- requisiti storici: sono da considerare monumentali tutte le piante legate ad un evento storico rilevante;
- rarità: una pianta, o un gruppo di piante, molto rare in generale oppure in un certo territorio, hanno un grande valore biologico;
- requisiti paesaggistici e storico-architettonici (complessi monumentali): sono interessanti tutte le piante che hanno rilievo nel paesaggio e nelle aree importanti sotto il profilo storico e architettonico; anche complessi di piante, che prese singolarmente non sarebbero molto interessanti, possono avere valore monumentale (per esempio, le siepi dei giardini storici).
Al di là dei requisiti che li caratterizzano, gli alberi monumentali possono svolgere specifiche funzioni:
- banche dati: alberi antichi possono fornire serie cronologiche molto lunghe per chi studia il clima del passato;
- funzione didattica: i requisiti stessi degli alberi monumentali fanno sì che essi siano assai interessanti per studenti e studiosi;
- funzione turistica: gli alberi monumentali possono divenire oggetto diturismo da parte di tutti gli appassionati del verde;
- funzione ecologica di protezione: si noti l’importanza dei grandi alberi nelle zone ad agricolturaintensiva, che diventano rifugio per la piccola fauna oppure sede di un grande numero di organismi (funghi, licheni, insetti, ecc.).
GENERE: Pinus
SPECIE: Pinus halepensis
NOME COMUNE: Pino d’Aleppo
Il Pinus halepensis, più comunemente noto come pino d’Aleppo, è una conifera sempreverde della famiglia delle pinaceae. Specie molto resistente al clima caldo e umido del Mediterraneo, questo albero si estende nell’Italia centro-meridionale ma anche in Croazia, Albania, Libia, Spagna, Marocco, Israele, Giordania e naturalmente in Siria, dalla quale deriva la denominazione Aleppo. Per quanto riguarda la struttura morfologica del pino d’Aleppo, questo albero ha un’altezza media di circa 15-20 metri. La pianta presenta una chioma irregolare e poco densa. La corteccia è spessa e di un rosso cupo in basso e scura e più squamosa in alto. Le foglie sono aghiformi, sottili e non rigide di colore verde chiaro, portate in fascetti di due. Fiori maschili, denominati microsporofilli, sono di colore giallo, mentre i femminili, macrosporofilli, sono verde violacei. La fioritura si ha tra marzo e maggio. Le pigne, dette strobili, sono verdi in giovane età e rosso scure, lucide dopo un paio di anni. Hanno una caratteristica forma ovale-conica leggermente incurvati su un lato e più dritti dall’altro. Di solito si aprono spontaneamente nel giro di qualche anno o con il forte calore .
CURIOSITA’: Il legno, molto resinoso pesante e duro, per le sue caratteristiche di durevolezza e resistenza si usa per costruzione navali, per palafitte e puntoni da miniera, in falegnameria per tavolame ed imballaggi. La corteccia tannica si usa per la concia e per la tintura delle reti da pesca. Le piante adulte si sfruttano per la resinazione. Quest’ultima è raccolta per essere impiegata nella conservazione alimentare o per aromatizzare il ‘retsina’, vino greco resinato. Per le sue caratteristiche il pino d’Aleppo si rivela l’albero perfetto per rendere più solidi terreni scoscesi e pendii naturali. È ideale anche da piantare in giardino per arricchire la flora della meravigliosa macchia mediterranea. Il pino d’Aleppo può essere utile per creare delle belle associazioni floreali con piante arbustive come mirto, rosmarino, ginestra o lavanda. In alternativa si può anche accompagnare con altri alberi come il leccio o il pino domestico.
Platanus orientalis, sicomoro del Vecchio Mondo, o platano orientale, appartiene alla famiglia delle Platanaceae. E’ un albero dal portamento maestoso, alto fino a 30-35 m con tronco cilindrico e diritto, coperto da una corteccia quasi liscia in gioventù, tendente a sfogliarsi a placche sottili, formando così un caratteristico colore grigio verde.
Negli esemplari vecchi la corteccia tende a fessurarsi diventando rugosa. I robusti rami formano una chioma ampia, arrotondata, densa. Foglie semplici, alterne, ampie, palmato lobate, con seni ampi, pelosette da giovani, poi glabre, di colore verde chiaro, poi in autunno virano al giallo oro. Margine grossolanamente dentato, con denti acuti. Il lungo picciolo si dilata alla base per formare un cappuccio protettivo alla gemma. Le infiorescenze unisessuali, che si aprono in aprile-maggio, sono caratteristici capolini globosi e penduli, a forma di riccio, di 2-3 cm, portati in gruppi di 3-6 sullo stesso lungo peduncolo, a maturità si disfano liberando i semi, acheni, circondati da una tipica peluria che facilita la disseminazione.
E’ una specie a rapido accrescimento. Originario della penisola Balcanica, spontaneo anche in Sicilia e Calabria. E’ una pianta lucivaga, longeva, che predilige i terreni fertili, profondi e freschi, piuttosto umidi, cresce spesso lungo piccoli corsi d’acqua, tollera i geli invernali ed il caldo estivo. Specie spesso utilizzata per alberature stradali, come ornamentale nei parchi e giardini. Sopporta bene le potature. Si usa in falegnameria per tavolame e per carrozzeria, per mobili e lavoro al tornio ed intaglio. Il legno ha un elevato potere calorifico e produce un buon carbone.
CURIOSITA’: Viene utilizzato prevalentemente in patologie cutanee, quali acne giovanile, vitiligine, dermatiti, calazio e blefarite. Le foglie e la corteccia sono state usate in medicina. Una tintura per tessuto è stata realizzata con ramoscelli e radici. I Romani, come i Greci, sostenevano che questi alberi tenessero lontani i pipistrelli, considerati uccelli del malaugurio, mentre i loro capolini, presi col vino, erano un antidoto contro il veleno dei serpenti e degli scorpioni.
Questo PLATANO è censito tra Formazioni Vegetali Monumentali delle Marche. Nel 1980 il platano aveva un fusto di m. 4,83 di circonferenza ad 1,20 m. da terra, era alto m. 23 e la chioma si estendeva per un diametro di m. 22. Nel 2004 era notevolmente cresciuto: m. 5,27 la circonferenza, m. 28 l’altezza, m. 30 il diametro della chioma. Le ultime misure effettuate ad ottobre 2019 rilevano: m. 5,29 la circonferenza del fusto, m. 28,5 l’altezza e m. 32,50 metri il diametro della chioma.
Secondo la tradizione locale, nel 1944, la folta chioma dell’albero offriva riparo ai partigiani che potevano così sfuggire ai soldati tedeschi e soprattutto spiarne le mosse da quel punto di osservazione protetto. I partigiani si arrampicavano sulla pianta grazie a robusti chiodi infissi nel tronco in modo tale da formare una scala. A Pesaro è noto pertanto anche come il “PLATANO EROE DI GUERRA”. Il platano ha subito un grave infortunio pochi anni prima del 1980: la metà superiore del fusto è crollata forse colpita da un fulmine durante una temporale, lasciando un vuoto all’interno, ancora oggi visibile, mentre tutti i chiodi sono stati inglobati dalla crescita del legno in questi 60 anni e si scorge appena la cicatrice dell’ultimo chiodo.
Da “Marche, 50 alberi da salvare” ed. 1984 e “Alberi Monumentali delle Marche” ed. 2004 di Valido Capodarca e da “Le Formazioni Vegetali Monumentali delle Marche- Elementi singoli e insiemi omogenei: alberi, arbusti, gruppi, filari e boschi” di Gabriele Guidi ed. 2011
Nella Regione Marche gli insiemi omogenei ascritti alla tipologia “Filare” sono complessivamente 14 e risultano costituiti da 4 filari singoli, 5 filari doppi o multipli e da 5 viali alberati. Ben 6 di tali formazioni sono ubicate in provincia di Fermo mentre in quella di Ancona e Pesaro se ne rinvengono 3 per ognuna; 2 filari infine vegetano nel maceratese.
Solamente 4 dei 14 filari segnalati erano già noti in precedenza.
Tali insiemi sono composti da 9 specie vegetali tra le quali primeggiano quelle tradizionalmente usate per tali fini come il cipresso e il pino domestico. Tra i filari singoli spicca per le dimensioni eccezionali degli alberi che lo compongono quello a cipresso calvo (Taxodium distichum) radicante in Comune di Montegiorgio (FM) – Scheda n. 210 -. Il filare è composto da 60 alberi, messi a dimora a protezione del canale dal proprietario di Villa Bella alla fine dell’800 e provenienti da un vivaio toscano. Gli esemplari più maestosi hanno diametro di circa m. 1,50 ed altezza di poco superiore ai 30 metri
Tra i filari doppi o multipli una particolare citazione meritano quelli di cipresso comune ubicati in provincia di Pesaro.
Il primo è un antico doppio filare, situato all’interno del parco di Villa Caprile (Sec. XVIII), in Comune di Pesaro, ora sede dell’Istituto Agrario “A. Cecchi”; composto da circa 30 piante ha una lunghezza di circa 130 metri ed è formato da soggetti di circa 150 anni.
Il secondo, lungo 300 metri e con alberi di circa 200 anni, orna la Villa del Balì, residenza di antichissima origine in Comune di Saltara ora sede dell’unico “Science centre” (museo della scienza interattivo) del centro Italia.
Tratto da “LE FORMAZIONI VEGETALI MONUMENTALI DELLE MARCHE Elementi singoli e insiemi omogenei: alberi, arbusti, gruppi, filari e boschi” di Gabriele Guidi ed. 2011
Le Formazioni Vegetali Monumentali delle Marche sono state censite dal Corpo Forestale dello Stato ai sensi della L.R. 23 febbraio 2005, n. 6 sulla base di un Accordo di Programma sottoscritto con la Regione Marche in data 7.5.2009. L’ideazione, la progettazione e il coordinamento generale del censimento sono stati effettuati dall’allora Vice Questore Aggiunto Forestale Gabriele Guidi;
“Se un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo” (Khalil Gibran)
Le 397 Formazioni Vegetali Monumentali (FVM) marchigiane sono state proposte soprattutto per l’aspetto dimensionale, legato ovviamente alle caratteristiche di ogni singola specie, ma anche per la loro valenza paesaggistica, connessa al pregio del contesto territoriale, nonché per l’età eccezionale. Tra queste ultime si rammenta il Tasso di Fonte Avellana (Taxus baccata) nel Pesarese, la pianta più vecchia delle Marche.
Numerose anche quelle segnalate per valore culturale o storico, si tratta di alberi che portano la memoria di fatti importanti avvenuti in quei luoghi, o memoria che hanno ereditato da altri alberi che prima di loro hanno realmente assistito a tali eventi. Ciò naturalmente non sminuisce il loro valore ma anzi, al contrario, lo accresce, quasi a testimoniare che lo spessore delle vicende da essi rappresentate può davvero superare il naturale scorrere del tempo.
Splendidi pini d’Aleppo (Pinus halepensis) abbelliscono le due antiche dimore storiche ubicate anch’esse nel Comune di Pesaro, all’interno del Parco Naturale Regionale del Monte S. Bartolo.
Nel parco di Villa Imperiale, una residenza il cui primo nucleo risale al XV° secolo, radica un esemplare che raggiunge un diametro a petto d’uomo di m. 1,14 –mentre nel parco Villa Caprile, una residenza nobiliare del XVII° secolo, ora sede dell’Istituto Agrario “A. Cecchi” vegeta un pino che raggiunge il diametro di m. 1,08.
A partire dal novembre 2009 fino al maggio 2011 si è compiuta l’attività di censimento delle FVM, condotto dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Pesaro e Urbino. Tutta l’attività è stata coordinata da un team composto dal Vice Questore Agg. Gabriele Guidi, dal Sovr. Giannoni Marco e dall’ Ag. Sc. Silvia Marinoni, il quale ha provveduto anche alla digitalizzazione ed elaborazione dei dati.
Tratto da “LE FORMAZIONI VEGETALI MONUMENTALI DELLE MARCHE Elementi singoli e insiemi omogenei: alberi, arbusti, gruppi, filari e boschi” di Gabriele Guidi ed. 2011
Le Formazioni Vegetali Monumentali delle Marche sono state censite dal Corpo Forestale dello Stato ai sensi della L.R. 23 febbraio 2005, n. 6 sulla base di un Accordo di Programma sottoscritto con la Regione Marche in data 7.5.2009. L’ideazione, la progettazione e il coordinamento generale del censimento sono stati effettuati dall’allora Vice Questore Aggiunto Forestale Gabriele Guidi;
Tra i filari doppi o multipli una particolare citazione meritano quelli di cipresso comune ubicati in provincia di Pesaro.
Il primo è un antico doppio filare, situato all’interno del parco di Villa Caprile (Sec. XVIII), in Comune di Pesaro, ora sede dell’Istituto Agrario “A. Cecchi”; composto da circa 30 piante ha una lunghezza di circa 130 metri ed è formato da soggetti di circa 150 anni.
La ricerca storica e l'azione didattica nelle classi coinvolte nel progetto
La Docente referente Prof.ssa Catia Brunelli ha realizzato le schede qui riportate che testimoniano la grande attività didattica e di ricerca svolta con le classi V del Corso professionale durante l’a.s. 2019/20
Gli alunni delle classi quinte sezioni C e B Professionale si sono recate all’Archivio di Stato di Pesaro, la visita si è svolta il giorno 31 gennaio 2020, nell’ambito del progetto finalizzato alla costruzione del percorso storico-monumentale valorizzante i manufatti della Seconda guerra mondiale presenti nel territorio dell’Istituto “A. Cecchi” e terreni limitrofi e, contestualmente, nella circostanza delle iniziative celebrative della Giornata della Memoria.
Tra gli scopi principali dell’attività, infatti, figuravano:
- ricercare documenti con informazioni relative al periodo di occupazione tedesca di Villa Caprile;
- conoscere e indagare le manifestazioni e i provvedimenti legati all’antisemitismo della storia locale;
- interrogare le fonti per prendere coscienza della situazione socio-economica che caratterizzava Pesaro tra il 1939 e il 1944 circa.
Il Progetto di recupero dei bunker viene portato avanti con la collaborazione dell’Associazione Centro Ricerche Belliche 360°.
L’associazione CRB360° ha lo scopo di conservare la memoria storica degli eventi dell’ultimo conflitto mondiale e il principale intento di recuperare e diffondere la conoscenza e le informazioni sul periodo storico della seconda guerra mondiale attraverso le attività di ricerca, tutela, restauro, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, materiale ed immateriale.
L’associazione CRB360° nasce nel giugno 2020 per volontà di Walter Cortesi, già fondatore nel 1980 del “comitato ricerche belliche”, e di un gruppo di collaboratori.
CRB360° è un’associazione senza scopo di lucro e non schierata politicamente. Opera prevalentemente in Emilia-Romagna e Marche, è formalmente riconosciuta dalla Regione Emilia-Romagna e ha in essere collaborazioni con scuole e università del territorio.
Video dell’Incontro con gli ex allievi Ettore Franca , Amleto Sartini e Livio Bocchini, sui ricordi degli anni 1934-45 per il progetto Percorso Storico Monumentale, con gli studenti delle classi quinte del Corso Professionale.
L’incontro è avvenuto in data 19 dicembre 2019. In memoria del Prof. Ettore Franca, mancato al nostro affetto il 15 novembre 2020, ma per sempre nei nostri cuori.
L’AEREO ABBATTUTO A VILLA CAPRILE il 25 aprile del 1944.
L’EQUIPAGGIO DELL’AEREO CADUTO A VILLA CAPRILE IL 25/04/1944
L’unico sopravvissuto all’abbattimento del B-26 Maurauder del 12′ squadrone della South Africa Air Force, avvenuto ad opera della contraerea tedesca, il 25 Aprile 1944 nel cielo sopra Villa Caprile di Pesaro, fu Frank Brink che era mitragliere/motorista che si gettò con il paracadute dal portellone delle bombe ancora aperto e cadde in mare, recuperato ed arrestato dai tedeschi, fu portato in un campo di prigionia tedesco, ma sopravvisse alla guerra e tornò a casa, i suoi 5 compagni, di età compresa tra i 20 ed i 26 anni, sono sepolti nel Cimitero militare di Gradara.
I BUNKER DELLA LINEA GOTICA
ARCHIVIO FOTOGRAFICO PROGETTO STORICO MONUMENTALE
Visita la pagina dell' Archivio fotografico storico sulla linea gotica
MUSEO della LINEA GOTICA a VILLA CAPRILE
Descrizione sintetica del progetto:
Il Comune di Pesaro propone il progetto MUSEO DELLA LINEA GOTICA A VILLA CAPRILE con attività da realizzare nel corso del 2021, coerente con le finalità previste
dalla legge regionale 16/2012, avente il cofinanziamento previsto dalla DGR 775/2021, garantito dal Comune e dai partner di progetto, in primis l’I.I.S. “A. Cecchi”, e cioè
l’Istituto Tecnico e Professionale Agrario che ha sede presso Villa Caprile e che da un paio di anni sta portando avanti un progetto, denominato Percorso StoricoMonumentale, che lega le formazioni vegetali monumentali presenti nel parco, alle fortificazioni (bunker e trincee) del comando tedesco che nel 1944 era di stanza a Villa Caprile e alle memorie della linea Gotica e della seconda guerra mondiale, rinvenute nel corso degli anni e dell’espletamento delle normali attività agricole.
Il Comune di Pesaro intende supportare l’Istituto Agrario Cecchi, di concerto ed in collaborazione con la Provincia di Pesaro-Urbino, nel progetto di ampliamento del
Percorso Storico-Monumentale con la creazione di un vero e proprio Museo della Linea Gotica, valorizzando le memorie ed i reperti, rinvenuti negli anni e gli ultimi tempi di ricerche, nella tenuta di Villa Caprile. Il progetto sarà realizzato in collaborazione anche con altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività inerenti gli eventi storici citati dalla legge, gli altri partner diprogetto che già collaborano con l’Istituto Cecchi e che continuerebbero a collaborare, anche a costo zero, con il Comune di Pesaro sono:
Provincia di Pesaro-Urbino, proprietaria di Villa Caprile, sede dell’Istituto Agrario Cecchi, che supporta ogni iniziativa tesa alla valorizzazione del patrimonio
storico, culturale e didattico della Villa e della Scuola;
Silvana Giaccaglia e ANMIG che ha assicurato il supporto e la collaborazione al Progetto con il primo premio di 500 euro del Concorso Regionale “Pietre della Memoria” al Progetto “Percorso Storico Monumentale” da reinvestire nel progetto;
Il Tour operator Renzo Fazi, Incoming Manager di Break in Italy per la predisposizione di pacchetti di visita e tour per gruppi di turisti e scolaresche, che combina la visita ai bunker ed alle trincee di Villa Caprile con quelli della vicina Villa de Leyva, già recuperati e di prossimo allestimento a cura del proprietario Davide Leva;
ANPI PESARO che quest’anno organizzerà la passeggiata storico-rievocativa della Liberazione di Pesaro, avvenuta il 2 settembre 1944, a Villa Caprile lungo il
Percorso Storico Monumentale, tra i bunker e le trincee della Linea Gotica, il giorno sabato 4 settembre 2021;
L’Associazione Gotica Toscana ed il Museo Felonica per la futura creazione di un punto museale a Villa Caprile e per una futura manifestazione in costume
(come la “Colonna della Libertà” , https://www.colonnadellaliberta.it/) a Pesaro;
L’Associazione Centro Ricerche Belliche 360°, senza scopo di lucro e non schierata politicamente, opera prevalentemente in Emilia-Romagna e Marche
con le scuole ed università del territorio. L’Associazione CRB 360° ha lo scopo di conservare la memoria storica degli eventi dell’ultimo conflitto mondiale e il
principale intento di recuperare e diffondere la conoscenza e le informazioni sul periodo storico della seconda guerra mondiale attraverso le attività di ricerca,
tutela, restauro, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, materiale ed immateriale. Walter Cortesi (che ha già censito oltre 87 Bunker e oltre 80
Denti di Drago, ha individuato 2 aeroporti alleati, raccolto informazioni sul cimitero militare tedesco di Cervia, individuati i campi POW presenti nelle zone
di Cesenatico e Cervia, recuperato numerose parti di aerei provenienti dal mare e dal 2014 ha iniziato i Bunker Tour a Milano Marittima, Cesenatico e Punta
Marina) e l’Associazione CRB 360° hanno già iniziato a collaborare nelle ricerche e nel censimento dei bunker di Villa Caprile e sono pronti al recupero
degli stessi;
Leonardo Mattioli, fotografo del Resto del Carlino di Pesaro, che ha messo a completa disposizione dell’I.I.S: “A. Cecchi” il suo repertorio fotografico storico;
l’Arch. Roberta Martufi, profonda conoscitrice di Villa Caprile e della sua storia;
L’Associazione studenti e studenti diplomati dell’I.I.S. “A. Cecchi”, i cui membri più anziani furono testimoni del periodo bellico e postbellico ed hanno messo le
loro testimonianze a disposizione del Progetto.
Le attività che saranno realizzate dai vari partner di progetto, a costo zero, sono riportate nella tabella riassuntiva sottostante:
-Provincia di Pesaro-Urbino; Comunicazione e pubblicità attività del Museo LINEA GOTICA
-Associazione CRB360° :raccolta, conservazione e valorizzazione di reperti rinvenuti nella tenuta di Villa Caprile
Associazione Gotica Toscana e Museo Felonica: Collaborazione per la valorizzazione dei reperti della linea gotica
rinvenuti a Villa Caprile.
-Associazione Allievi e Allievi Diplomati del Cecchi: Collaborazione per le testimonianze sul periodo bellico e post bellico
-Tour Operator Break inItaly: realizzazione di visite guidate a sostegno sia della domanda di turismo culturale sia di approcci specialistici, accademici e scolastici
-ANPI- Pesaro: Realizzazione di passeggiate storiche
– Roberta Martufi: Realizzazione di passeggiate storiche
_Leonardo Mattioli : Realizzazione di mostra fotografica, volta a promuovere la conoscenza e la valorizzazione degli eventi storici.
L’Istituto Agrario con l’Associazione CRB360° ha proceduto ad una prima ricognizione e mappatura dei 4 bunker già noti, alla ricerca di ulteriori fortificazioni e gallerie,
all’individuazione del quinto bunker, delle buche di trincea, al rinvenimento di una cucina da campo e di numerosi reperti nel bosco di villa Caprile e nei campi dell’azienda agraria dell’Istituto (bossoli, proiettili, spolette, schegge, resti di aereo, etc…tutti custoditi dalla Dirigenza dell’Istituto).
E’ nell’intenzione dell’Istituto allestire un’esposizione museale con i vari reperti e manufatti del periodo bellico e dell’occupazione da parte del comando tedesco, già
rinvenuti negli anni e ancora in continuo ritrovamento nella tenuta di Villa Caprile, nei bunker recuperati e restaurati, con il permesso della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
Il recupero/restauro dei bunker, non più di 2 o 3, quelli di minor impatto paesaggistico e meglio posizionati, degli almeno 5 finora localizzati ed il loro inserimento in un percorso di visita, dedicato sia alle scolaresche sia ai numerosi turisti che d’estate giungono a Pesaro, amplierebbe il patrimonio storico e culturale ed andrebbe ad arricchire, in modo significativo, l’offerta culturale e turistica di Villa Caprile, con la costituzione di un vero e proprio museo dedicato alle memorie della Linea Gotica e degli eventi bellici qui svoltisi, anche se questo progetto non potrà concludersi nel 2021 con le tempistiche del piano regionale.
Pertanto con il presente progetto e l’auspicato contributo regionale, si potranno attrezzare le aree a cielo aperto da includere nel Museo della Linea Gotica a Caprile,
evidenziando con opportuna cartellonistica esplicativa il percorso di visita attraverso il bosco delle trincee, con oltre 10 trincee rinvenute, e con una mostra fotografica
permanente, su pannelli in dibond o altro materiale resistente, per rendere l’idea di come fossero quei luoghi ai tempi della seconda guerra mondiale, anche in vista delle visite di scolaresche e di turisti organizzati dal Tour operator Break in Italy, da ANPI, dall’I.I.S. “A. Cecchi” stesso nonchè di prossime manifestazioni organizzate dal Comune di Pesaro.
Il presente progetto costituisce parte di una più articolata e ampia programmazione con attività calendarizzate anche per l’anno 2022.
ALLA RICERCA DELLE TRINCEE DI VILLA CAPRILE
PIETRE DELLA MEMORIA
10 Dicembre 2020: Si ringrazia Franco Bacchiani Presidente dell’ANMIG-Pesaro (Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra), che qualche settimana fa, al termine di una vista di ricognizione alle nostre lapidi storiche conservate nel nostro Istituto, aveva preso in carico quella rotta e che oggi l’ha riconsegnata dopo il restauro del marmista. Un sentito ringraziamento dall’Istituto Cecchi. Siamo lieti di comunicare che la lapide è tornata al suo posto, come le altre.
Nella nostra scuola sono affisse al muro, fuori da alcune aule, 9 lapidi in marmo, dedicate agli studenti delle scuole medie pesaresi, caduti nella Grande Guerra, indicati con nome e cognome e probabilmente ex studenti della Scuola.
Nel 1935 erano circa 70 le lapidi da apporre come evidenziato dagli appunti dell’ Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di guerra della sezione provinciale di Pesaro.
E’ affissa anche una targa in Bronzo con il bollettino della Vittoria.
Il Bollettino della Vittoria è il documento ufficiale scritto dopo l’armistizio di Villa Giusti con cui il generale Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito, annunciò, il 4 novembre 1918, la resa dell’Impero austro-ungarico e la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale.
Il bollettino originale è esposto nel Museo risorgimentale Duca d’Aosta presso il Castello di Sanluri in Sardegna, ma copie della lapide si trovano di solito presso municipi ed edifici istituzionali.
Ne riportiamo il testo
«Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12; Bollettino di guerra n. 1268 La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d’Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.» |